Antica Roma
Roma è una città dell'evo antico, la cui storia come centro egemone, politicamente e culturalmente, si sviluppò lungo il fiume Tevere nell'antico Latium vetus, per oltre un millennio (dal 753 a.C. al 476 d.C., continuando poi fino ai nostri giorni). Risulta verosimile che Roma sia nata dopo un lungo processo di aggregazione dei villaggi che sorgevano sulle colline circostanti il fiume Tevere (ad esempio sul Palatium, sul Cermalus o sulla Velia). Alcuni storici hanno poi creduto di poter disegnare lo sviluppo della città, come segue: la formazione della prima civitas quadrata sul Palatino, in seguito allargata al Septimontium e poi alla città delle quattro regioni. Questa teoria non sembra però essere stata accolta da tutti.
Essa rappresentò la prima grande metropoli dell'umanità (tanto che il numero di abitanti della Roma augustea fu raggiunto solamente agli inizi del XIX secolo da Londra) cuore di una delle più importanti civiltà antiche, che influenzò la società, la cultura, la lingua, la letteratura, l'arte, l'architettura, la filosofia, la religione, il diritto e i costumi dei secoli successivi. Fu capitale dell'Impero romano, che estese il suo dominio su tutto il bacino del Mediterraneo e gran parte dell'Europa.
Essa rappresentò la prima grande metropoli dell'umanità (tanto che il numero di abitanti della Roma augustea fu raggiunto solamente agli inizi del XIX secolo da Londra) cuore di una delle più importanti civiltà antiche, che influenzò la società, la cultura, la lingua, la letteratura, l'arte, l'architettura, la filosofia, la religione, il diritto e i costumi dei secoli successivi. Fu capitale dell'Impero romano, che estese il suo dominio su tutto il bacino del Mediterraneo e gran parte dell'Europa.
Storia
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Giulio Cesare
Gaio Giulio Cesare (in latino: Gaius Iulius Caesar; IPA: [ˈgaj.jʊs ˈjuː.lɪ.ʊs ˈkaɛ̯.sar];[4] nelle epigrafi C·IVLIVS·C·F·CAESAR e DIVVS IVLIVS;[5] in greco antico Καίσαρ, Káisar; Roma, 13 luglio 101 a.C.[1] o 12 luglio 100 a.C.[2] – Roma, 15 marzo 44 a.C.) è stato un militare, console, dittatore, oratore e scrittore romano, considerato uno dei personaggi più importanti e influenti della storia. Ebbe un ruolo cruciale nella transizione del sistema di governo dalla forma repubblicana a quella imperiale. Fu dictator di Roma alla fine del 49 a.C., nel 47 a.C., nel 46 a.C. con carica decennale e dal 44 a.C. come dittatore perpetuo, e per questo ritenuto da alcuni degli storici a lui contemporanei il primo imperatore di Roma.[6]
Con la conquista della Gallia estese il dominio della res publica romana fino all'oceano Atlantico e al Reno; portò gli eserciti romani a invadere per la prima volta la Britannia e la Germania e a combattere in Spagna, Grecia, Egitto, Ponto e Africa.
Il primo triumvirato, l'accordo privato per la spartizione del potere con Gneo Pompeo Magno e Marco Licinio Crasso, segnò l'inizio della sua ascesa. Dopo la morte di Crasso (Carre, 53 a.C.), Cesare si scontrò con Pompeo e la fazione degli Optimates per il controllo dello stato. Nel 49 a.C., di ritorno dalla Gallia, guidò le sue legioni attraverso il Rubicone, pronunciando le celebri parole «Alea iacta est», e scatenò la guerra civile, con la quale divenne capo indiscusso di Roma: sconfisse Pompeo a Farsalo (48 a.C.) e successivamente gli altri Optimates, tra cui Catone Uticense, in Africa e in Spagna. Con l'assunzione della dittatura a vita diede inizio a un processo di radicale riforma della società e del governo, riorganizzando e centralizzando la burocrazia repubblicana. Il suo operato provocò la reazione dei conservatori, finché un gruppo di senatori, capeggiati da Marco Giunio Bruto, Gaio Cassio Longino e Decimo Bruto, cospirò contro di lui uccidendolo, alle Idi di marzo del 44 a.C. (15 marzo 44). Nel 42 a.C., appena due anni dopo il suo assassinio, il Senato lo deificò ufficialmente, elevandolo a divinità. L'eredità riformatrice e storica di Cesare fu quindi raccolta da Ottaviano Augusto, suo pronipote e figlio adottivo.
Le campagne militari e le azioni politiche di Cesare sono da lui stesso dettagliatamente raccontate nei Commentarii de bello Gallico e nei Commentarii de bello civili. Numerose notizie sulla sua vita sono presenti negli scritti di Appiano di Alessandria, Svetonio, Plutarco, Cassio Dione e Strabone. Altre informazioni possono essere rintracciate nelle opere di autori suoi contemporanei, come nelle lettere e nelle orazioni del suo rivale politico Cicerone, nelle poesie di Catullo e negli scritti storici di Sallustio.
Con la conquista della Gallia estese il dominio della res publica romana fino all'oceano Atlantico e al Reno; portò gli eserciti romani a invadere per la prima volta la Britannia e la Germania e a combattere in Spagna, Grecia, Egitto, Ponto e Africa.
Il primo triumvirato, l'accordo privato per la spartizione del potere con Gneo Pompeo Magno e Marco Licinio Crasso, segnò l'inizio della sua ascesa. Dopo la morte di Crasso (Carre, 53 a.C.), Cesare si scontrò con Pompeo e la fazione degli Optimates per il controllo dello stato. Nel 49 a.C., di ritorno dalla Gallia, guidò le sue legioni attraverso il Rubicone, pronunciando le celebri parole «Alea iacta est», e scatenò la guerra civile, con la quale divenne capo indiscusso di Roma: sconfisse Pompeo a Farsalo (48 a.C.) e successivamente gli altri Optimates, tra cui Catone Uticense, in Africa e in Spagna. Con l'assunzione della dittatura a vita diede inizio a un processo di radicale riforma della società e del governo, riorganizzando e centralizzando la burocrazia repubblicana. Il suo operato provocò la reazione dei conservatori, finché un gruppo di senatori, capeggiati da Marco Giunio Bruto, Gaio Cassio Longino e Decimo Bruto, cospirò contro di lui uccidendolo, alle Idi di marzo del 44 a.C. (15 marzo 44). Nel 42 a.C., appena due anni dopo il suo assassinio, il Senato lo deificò ufficialmente, elevandolo a divinità. L'eredità riformatrice e storica di Cesare fu quindi raccolta da Ottaviano Augusto, suo pronipote e figlio adottivo.
Le campagne militari e le azioni politiche di Cesare sono da lui stesso dettagliatamente raccontate nei Commentarii de bello Gallico e nei Commentarii de bello civili. Numerose notizie sulla sua vita sono presenti negli scritti di Appiano di Alessandria, Svetonio, Plutarco, Cassio Dione e Strabone. Altre informazioni possono essere rintracciate nelle opere di autori suoi contemporanei, come nelle lettere e nelle orazioni del suo rivale politico Cicerone, nelle poesie di Catullo e negli scritti storici di Sallustio.
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Il Risorgimento
Con Risorgimento la storiografia si riferisce al periodo della storia d'Italia durante il quale la penisola italiana conseguì la propria unità nazionale, riunendo in un solo Stato – il Regno d'Italia – gli stati preunitari.
Per indicare questo processo storico si usa anche la locuzione "unità d'Italia".
Il termine, che designa anche il movimento culturale, politico e sociale che promosse l'unificazione, richiama gli ideali romantici, nazionalisti e patriottici di una rinascita italiana attraverso il raggiungimento di un'identità unitaria che, pur affondando le sue radici antiche nel periodo romano,[1] aveva subito un brusco arresto a partire dalla seconda metà del VI secolo a seguito dell'invasione longobarda.[2]
Per indicare questo processo storico si usa anche la locuzione "unità d'Italia".
Il termine, che designa anche il movimento culturale, politico e sociale che promosse l'unificazione, richiama gli ideali romantici, nazionalisti e patriottici di una rinascita italiana attraverso il raggiungimento di un'identità unitaria che, pur affondando le sue radici antiche nel periodo romano,[1] aveva subito un brusco arresto a partire dalla seconda metà del VI secolo a seguito dell'invasione longobarda.[2]
Storia
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Vittorio Emanuele II
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Camillo Benso conte di Cavour
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Giuseppe Mazzini
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Giuseppe Garibaldi
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